Per chi è nato il Tax Credit cinema?
Profilo Impresa tipo.
Il tax credit è stato introdotto per sostenere le opere cinematografiche delle imprese indipendenti nazionali di produzione. Si tratta di microimprese con capitale intorno ai 40.000 euro, composte da 2/3 soci, di cui, di norma, uno è anche l’autore/regista delle opere prodotte, senza dipendenti fissi o al massimo uno, che realizza un’opera cinematografica ogni 2/3 anni. E’ un sistema di circa 8.000 imprese che per ogni opera che produce dà lavoro a circa 70 lavoratori (talenti, tecnici, maestranze) e alimenta un indotto di circa 15 imprese di noleggio e/o di servizi e/o tecniche.
Perché è nato?
La produzione di un’opera cinematografica comporta tempi lungi di pre-produzione. In Europa si calcola che per arrivare allo spettatore dall’ideazione alla prima proiezione in pubblico una impresa indipendente di produzione cinematografica impiega 7 anni. Una impresa italiana riesce a produrre un’opera cinematografica ogni 3 anni. La maggior parte del tempo è spesa per il reperimento delle fonti finanziarie che in Italia sono limitate al Ministero della Cultura-Direzione Cinema, a un fondo regionale, quello delle Film Commission (in entrambi i casi i tempi non sempre sono certi), al credito d’imposta e, raramente, al Fondo Europeo Eurimages. La possibilità di un Minimo Garantito sia da parte dei distributori nazionali che internazionali è inesistente. La possibilità di un preacquisto dei diritti TV e/o di coproduzione da parte di RAICINEMA e SKY Italia o di altri broadcaster italiani, nonostante l’obbligo per legge delle quote, è inesistente. La ragione è una sola, tutti questi soldi sono assorbiti dalle fiction televisive.
Secondo i dati dell’ultima ricerca pubblicata dal MIC, “Tutti i numeri del cinema italiano 2018”, nel 2018 sono stati prodotti 189 film 100% italiani, di cui 131 di finzione. Di questi 68 ossia il 51% di costo fino a 1,5 milioni di euro (che comprende tre fasce di costo di film: fino a 200k, fino a 800k e fino a 1.500). Secondo i dati dell’European Audiovisual Observatory, il costo medio dei film in Europa nel 2017 è stato di euro 2,01 milioni (YEARBOOK 2019/2020 KEY TRENDS). Un’opera cinematografica di costo medio 750k dovrebbe versare allo stato tra oneri previdenziali e fiscali circa 300k ossia il 40% del budget del film.
È evidente che il Tax Credit fino al 30% del budget di un’opera cinematografica di una microimpresa italiana indipendente è fondamentale per la sua sopravvivenza.
Cosa è successo?
Il Tax Credit Cinema come l’Art Bonus per il mondo dell’Arte non è nato come un sistema selettivo o premiale ma come sistema automatico di sostegno alle imprese cinematografiche indipendenti nazionali. Il sistema era in equilibrio (si riusciva a sostenere tutte le imprese) finchè non è stato esteso alle imprese di produzione audiovisiva non solo cinematografica (che producono le fiction televisive) che già ricevevano automaticamente i finanziamenti pubblici di Rai Fiction e/o quelli privati (per obbligo di legge) di Mediaset e/o SKY ITALIA. Inoltre l’aumento dei massimali a 18 milioni annui ad impresa ha favorito solo le grandi imprese. Grandi imprese che secondo i dati dell’Associazione Produttori Audiovisivi (Rapporto presentazione Mia 2020) hanno visto negli ultimi tre anni l’ingresso di gruppi stranieri che ne hanno acquisito il controllo e che ora stanno estendendo il loro interesse anche nelle medie imprese.
In pratica si finisce per versare soldi dei contribuenti italiani (Tax Credit e Rai Fiction) a gruppi stranieri che già eludono le tasse perché residenti nei paesi con regimi fiscali favorevoli ma, poi, abbattono ulteriormente i loro costi e aumentano i loro ricavi grazie alle cospicue entrate del Tax Credit Audiovisivi.
Da APA Rapporto presentazione Mia 2020:

Un perfetto paradosso.
L’estensione del Tax Credit all’audiovisivo è stato il primo vulnus del sostegno alle microimprese del cinema.
È stato come se si decidesse di estendere l’Art Bonus ai parchi giochi.
Le imprese dell’audiovisivo sono delle “industrie”, vista anche l’attrazione dei grandi gruppi stranieri e dei fondi di investimento e non dovrebbero accedere ai fondi “culturali” gestiti dal MIC ma ottenere eventuali sostegni, se necessari, dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Il secondo vulnus è l’estensione di fatto dei massimali del Tax Credit a 18 milioni per queste imprese per ogni anno. 18 milioni ottenuti perché queste stesse imprese giocano su due tavoli: quello della produzione cinematografica (il cui limiti è 8 milioni di euro ad impresa) e quello dell’audiovisivo (il cui limite è 10 milioni a impresa)[1]
Una cifra spropositata, soprattutto uno se si tiene anche conto che non c’è nessun limite come accade per esempio per i de minimis (200mila euro in 3 anni, a fronte dei potenziali 54 milioni di euro di tax crediti fruibili in 3 anni, e cedibili, quindi potenzialmente liquidi).
Credito d’imposta per la produzione di opere cinematografiche
Ai produttori indipendenti spetta un credito d’imposta in misura pari al 30 per cento del costo eleggibile di produzione, come definito nella tabella B allegata al DM in commento, di opere cinematografiche riconosciute di nazionalità italiana, fino all’ammontare massimo annuo di euro 8.000.000,00 per impresa ovvero per ciascun gruppo di imprese.
Non concorrono al raggiungimento di detto limite annuale i crediti d’imposta riconosciuti alla medesima impresa o al medesimo gruppo d’imprese, in relazione alla produzione di opere audiovisive (di cui al paragrafo che segue il presente).
Credito d’imposta per la produzione di opere televisive e web
Ai produttori originari indipendenti spetta un credito d’imposta per le spese sostenute per la produzione di opere televisive o web fino all’ammontare massimo annuo di euro 10.000.000,00 per impresa ovvero per ciascun gruppo di imprese.
Non concorrono al raggiungimento del limite annuale di euro 10.000.000,00 i crediti d’imposta fruiti dalla medesima impresa o dal medesimo gruppo d’imprese in relazione alla produzione di opere cinematografiche
Il tax credit è stato introdotto per sostenere le opere cinematografiche delle imprese indipendenti nazionali di produzione. Si tratta di microimprese con capitale intorno ai 40.000 euro, composte da 2/3 soci, di cui, di norma, uno è anche l’autore/regista delle opere prodotte, senza dipendenti fissi o al massimo uno, che realizza un’opera cinematografica ogni 2/3 anni. E’ un sistema di circa 8.000 imprese che per ogni opera che produce dà lavoro a circa 70 lavoratori (talenti, tecnici, maestranze) e alimenta un indotto di circa 15 imprese di noleggio e/o di servizi e/o tecniche.
Ultimi eventi
In data 19/04/2021 sul sito della DGCinema viene annunciato il “TAX CREDIT – APERTURA SESSIONE 2021 – PRODUZIONE NAZIONALE” [2] e viene precisato che in base a quanto disposto dal D.M. 3/02/2021 “Riparto del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo per l’anno 2021”, i plafond delle risorse disponibili per le diverse linee di intervento dei crediti d’imposta sono i seguenti:
TAX CREDIT PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA – euro 85.000.000,00
TAX CREDIT PRODUZIONE OPERE TV E WEB – euro 215.000.000,00
TAX CREDIT PRODUZIONE OPERE DI RICERCA E FORMAZIONE – euro 13.000.000,00
TAX CREDIT PRODUZIONE DI VIDEOCLIP – rientra nel plafond della produzione tv/web o cinematografica in base alla destinazione primaria del videoclip
In totale 313 milioni di fondi per il Tax Credit.
In una video call della DGCinema con alcuni rappresentanti delle imprese, qualche giorno prima dell’apertura della finestra per la presentazione della Richiesta Preventiva di Tax Credit, il Direttore Generale e la Vicedirettrice avevano ribadito che le risorse erano state aumentate e che quindi, quest’anno non ci sarebbe stata alcuna necessità di affrettarsi come nel 2020, in cui la Finestra era stata chiusa dopo poche ore per esaurimento delle risorse.
In realtà sempre dal sito della DGCinema apprendiamo che nel 2020 le risorse sono state per la prima sessione 2020 del Tax Credit:
TAX CREDIT PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA – euro 79.000.000,00
TAX CREDIT PRODUZIONE OPERE TV WEB – euro 101.503.707,50
TAX CREDIT ATTRAZIONE INVESTIMENTI STRANIERI – euro 50.000.000,00
e per la seconda sessione del Tax Credit 2020:
TAX CREDIT PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA – euro 40.000.000
TAX CREDIT PRODUZIONE OPERE TV E WEB – euro 46.500.000
TAX CREDIT ATTRAZIONE INVESTIMENTI STRANIERI – euro 24.500.000
In totale 341 milioni di euro.
È evidente che l’annunciato aumento delle risorse nel 2021 sulla produzione cinematografica non c’è stato (nel 2020 sono stati stanziati 119 milioni. Nel 2021, incluso le opere di formazione e ricerca, 98 milioni), anzi c’è stata una diminuzione di 21 milioni di euro. Invece c’è stato un aumento sulla produzione audiovisiva che dai 148 milioni del 2020 è passato a 215 milioni.
Dopo una serie di disservizi della piattaforma DGCol della DGCinema il 26 aprile 2021 si apre la finestra per la presentazione delle istanze di Tax Credit preventivo. Pochi riescono ad accedere alla piattaforma a causa dell’elevato numero di utenti ed entro un paio di ore la Finestra viene chiusa http://www.cinema.beniculturali.it/Notizie/5559/66/tax-credit-%E2%80%93-sospensione-invio-domande-produzione-cinema/)
E poi?
Le risorse non solo erano inferiori a quelle del 2020 ma essendo stata aumentata dal 30 al 40% la percentuale di Tax Credit per le problematiche relative al COVID, di fatto le risorse sono andate esaurite in poco tempo per il settore cinema e in pochissimo tempo per l’audiovisivo avendo le grandi imprese audiovisive fatto incetta di Tax Credit da 10/18 milioni di euro.
SOLUZIONI POSSIBILI
La prima questione da affrontare è la ripartizione equanime in base alle opere prodotte dei fondi del Tax Credit che non può essere appannaggio di pochi. In pratica si tratta di stabilire quante risorse sono disponibili ogni anno e ripartirle per il numero di opere cinematografiche prodotte,
La seconda questione è stabilire un massimale di Tax Credit ad impresa, favorendo prioritariamente le microimprese indipendenti italiane.
Impedire alla DGCinema di attuare sistemi di assegnazione selettivi mascherati da “Finestre” e “Click Day”.
Facendo un esempio pratico se oltre il 50% dei film italiani ha un budget fino a 1,5 milioni di euro, è facile stabilire il costo medio a film a 750 mila euro e il massimale del Tax Credit fino a 500 mila euro. Il che significa che con 100 milioni di fondi disponibili si possono sostenere col Tax Credit fino a 200 film ogni anno.
Il residuo dei fondi disponibili potrà essere ripartito successivamente solo se le imprese assolvano a determinati requisiti come privilegiare autori under 35, donne, adottare politiche di green economy, etc.
In questo modo si favorirebbe un rafforzamento del sistema delle microimprese indipendenti italiane artigiane (sono 8.000 e solo 200 con più di 50 addetti fissi: Rapporto APA 2020) che ogni anno danno lavoro a oltre 100.000 persone escluso l’indotto che permette anche alle grandi imprese industriali di produzione audiovisiva di avere un ricambio generazionale e funzionale di autori, attori, talenti, tecnici e maestranze di alto profilo professionale ad alta produttività (l’Italia è al terzo posto in Europa per produttività dei singoli lavoratori dell’audiovisivo “La produttività del lavoro nel settore audiovisivo, misurata in termini di valore aggiunto per addetto, è molto elevata in Italia il nostro Paese, infatti, è terzo in Europa dopo Belgio e Germania e precede Paesi con un più alto valore aggiunto della produzione del settore (Regno Unito, Paesi scandinavi: vedi INDUSTRIA ITALIANA DEL CINEMA E DELL AUDIOVISIVO L’ IMPATTO PER L OCCUPAZIONE E LA CRESCITA DEL PAESE, ANICA 2019).
In mancanza assisteremo alla chiusura di queste microimprese già duramente colpite dalla crisi economica e nel giro di qualche anno alla impossibilità anche delle imprese audiovisive di fiction televisiva di reperire in Italia i talenti e i lavoratori e il conseguente arrivo di queste figure da altri Paesi.